lunedì, luglio 01, 2013

un pensiero di domenica...

Questa domenica a catania c'e' una giornata piacevolissima, l'estate e' inoltrata e stranamente ancora non e' arrivato il caldo torrido che l'anno scorso mi ha stremato. la notte e' piacevole e la mattina libera dal lavoro si puo' andare comunque al mare e, perche' no, in piscina qui alla playa. E' stata la prima volta che mi sono rimesso in acqua dalla malattia dell'anno scorso ed e' stata una emozione strana, piacevole ma ricca di tanti pensieri. Mentre sentivo la fatica delle vasche nuotando ripensavo a quel reparto di neurologia a caserta, quanti anziani e malati. Si, lo so che tutto questo e' scontato, ma quando, pensando a queste cose, ti senti piu' attaccato alla vita cominci anche a pensare a cosa e' veramente importante nella vita. quante notti a dormire male per i malesseri al lavoro, la cattiveria delle persone finte amiche, le mancate aspettative.... e poi ti ricordi i momenti piu' bui e vedu come tutto viene relativizzato. Ma cosa e' importante? Magari guardi tuo padre in pensione e cerchi di affinare i propri obiettivi nella vita. Io non so cosa e' veramebte importante, ma penso che sia importante che ogni giorno, importante o insignificante che sia, vaa speso con un sorriso. e tutto cio' e' cosi' facile a dirsi quanto difficile ad applicarlo. cosa c'e' di piu' importante se non avere la gioia nel cuore? oggi mi sentivo fortunato a riprovare tutte queste emozioni e a sentire tutte queste fortune, tanto fortunato da sentire imbarazzo a non avere nulla da lamentarmi. e allora credo che il ringraziamento piu' sincero da rivolgere al cielo sia avere la gioia nel cuore e dedicare tempo alle persone a cui si vuole bene. la salute non e' nulla senza questa serenita', prego Dio di averla sempre.

venerdì, maggio 03, 2013

La mia recensione di Flight

FLIGHT, film  diretto da Robert Zemeckis, con protagonista il mitico  Denzel Washington da poco uscito nelle sale. Di questi film non me perdo neanche uno e devo che spesso resto deluso da trame prive di sostanza morale, vado a vederli se non altro per la semplice passione del volo. Ma non è questo il caso, Flight è uno di quei film dove l'ambiente aeronautico fa da contorno a situazioni di vita reale ed è proprio per questo che mi piace recensire questi film cercando di interprentarli come persona non esterna ai fatti. Innanzitutto in questo film abbiamo la conferma di un attore di successo come Denzel Washington che ho sempre reputato di una bravura assoluta, direi anche abbastanza portato in questi ruoli anche sesicuramente non è stato il suo film più impegnativo (date le sue incredibili qualità). Come tutti sappiamo il film inizia con una notte a base di alcool e sesso, passata in albergo con la hostess del suo equipaggio, al termine della quale, stanco e ubriaco, cerca di smaltire la sbornia con la cocaina. All'arrivo a bordo, anche se visibilmente stanco, si evince una grande esperienza e bravura tale che sembra stimato dall'equipaggio che di certo non sembra giudicarlo dai suoi modi sui generis. A bordo c'è un giovane copilota che sembra onorato di volare con lui anche se spesso stranito dal suo carisma. L'immagine di questo Com.te non è lontana dalla realtà, anche se di certo è rarissimo trovare un pilota civile che si fa di alcol e droga, ma non è certo questo il significato del film. Il volo inizia con uno scenario griggio e di pioggia, quasi a dimostrare una giornata preannunciata ma anche la bravura del Com.te che tirerà il velivolo fuori dalla turbolenza in maniera eccellente. Pero' non sono gli aspetti tecnici il punto focale del film, e non entrero' nel merito di alcuni punti che dal punto di vista professionale mi sembrano improbabili. Devo pero' dire che i momenti a bordo sono stati girati davvero bene e dal momento che inizia l'avaria fino allo schianto fuori campo sembra di rivivere esattamente a bordo dell'aereo e capire la situazione emotiva dei personaggi. Sorvolando gli aspetti tecnici dell'incidente (non lo faro' in questa sede), il Com.te si risveglia in Ospedale dove si sapra' quello che e' sucesso dopo l'impatto, ovvero che sono morte solo 6 delle 102 persone a bordo, tra queste Katerina, l'hostess con la quale aveva passato la notte (nel film si vedra' anche un suo comportamento altruista durante l'emergenza) e che lui non aveva riportato grossi danni. Qui in ospedale incontra una donna ricoverata per overdose alla quale promette  di tornarla a trovare. La scena del loro incontro ruota intorno alla comparsa di un personaggio particolare, un malato di cancro che si mette a fumare con loro, dall'aria ironica e  rassegnato al suo destino con orgoglio e fede in Dio e non nasconde, durante i 5 minuti passati insieme, ma per lui vissuti come se fossero un'eternità da godere, del desiderio di vivere e guarire se solo gli fosse concesso, ma lui ha capito che tutto ha un perchè. La ragazza in cuor suo sicuramente cambierà, ma il Com.te per il momento sta smaltendo ancora lo shock dell'incidente. Ben presto una folla di giornalisti è pronta ad osannare il Com.te come se fosse un'eroe per aver salvato quasi tutti i passeggeri ma la verità è che ancora non si sa' delle sue analisi, analisi che ben presto verranno insabbiate da un rinomato avvocato del sindacato piloti e che ben presto capira' che la passione del bere del Com.te non solo non c'entra nulla con l'incidente (rottura dei comandi di volo) ma che è stato l'unico pilota in grado di effettuare una tale manovra e a dimostrare tale bravura. Nel frattempo nascono dei sentimenti tra lui e la donna dell'ospedale che dopo lo sfratto viene ospitata nella sua casa in campagna dove si rifugia dai media. In questo momento del film saltera' fuori la vita privata dei personaggi ed una sorta di storia fatta di battaglie legali, principi che spesso si contrappongono ed interessi in gioco. Un'altro momento del film che mi ha fatto pensare molto è quando la sua nuova compagna lo invita quasi per caso in un incontro in una sorta di centro di recupero, nel momento che un ex alcolista da' la sua testimonianza chiede quanti alcolisti fossere presenti in sala ed il Com.te non alza la mano, tra l'altro tra le parole della testimonianza dell'ex alcolista vi era un'aspetto importante prima di risolvere un problema, ovvero riconoscerlo e quindi decidere di conseguenza di affrontarlo (in fondo è anche un principio di Sicurezza Volo nel mondo aeronautico), in quel luogo si trovavano infatti persone che avevano chiesto o accettato una mano. Nel film si scopre che il bere del Com.te era abbastanza solito, soprattutto quando torna dall'ex moglie e dal figlio ubriaco dove litiga per l'ennesima volta con la sua famiglia. Alla fine, tralasciando tutta la parte prima del processo, il Com.te mantiene la promessa di non bere sia al suo amico del Sindacato Piloti che al suo avvocato che lo mettono la sera prima dell'udienza in una stanza d'albergo controllata all'esterno da una guardia, per assicurarsi che non si ubriachi. Il suo minibar non contiene bevande alcoliche, ma si scopre che la stanza adiacente alla sua ha la porta intercomunicante aperta, qui il minibar è pieno di alcol, la tentazione è troppo forte e  cede. La mattina seguente viene ritrovato completamente ubriaco e svenuto in bagno; il suo amico e l'avvocato decidono quindi di chiamare il suo ex spacciatore, che porta della cocaina per rimetterlo in sesto in tempo per l'udienza. All'udienza, il capo degli investigatori della NTSB, rivela che la causa del guasto al velivolo è stato uno dei componenti degli impennaggi di coda danneggiato. Il Com.te viene elogiato per il suo eroismo, rimarcando che nessun pilota messo in un simulatore di volo nelle stesse condizioni è riuscito a far atterrare l'aereo. Il tutto sembra propendere positivamente, ma viene sollevato il fatto che erano state ritrovate due bottigliette di vodka vuote nel cestino dei rifiuti dell'aereo e che solo l'equipaggio aveva accesso all'alcol, inoltre dato che dai test risulta che solo Katerina, l'hostess con il quale aveva una relazione,  aveva in corpo dell'alcol e che il test di Whip era stato scartato per ragioni tecniche, al comandante viene chiesto  se crede che Katerina possa aver bevuto sul posto di lavoro. Qui c'è la scena cruciale del film, dove comincia ad essere stanco delle continue bugie e imprudenti menzogne, raggiunge uno stato dove la sua stessa coscienza si era fatta pesante tale da aver perso, come dirà lui stesso, la propria libertà  ed implorando sottovoce l'aiuto di Dio non risponde subito alle domande degli inquirenti che stanno aspettando una banale risposta per chiudere il caso senza ulteriori perdite di tempo. A questo punto, rifiutandosi di tradire il buon nome di Katerina, stanco della situazione e di se stesso, il Com.te ammette che non solo aveva pilotato quell'aereo da ubriaco ma che lo è tutt'ora all'udienza sollevando il clamore di tutti. Il film termina con la scena di tredici mesi dopo, in carcere, con una condanna minima di cinque anni, racconta la sua storia a un gruppo di compagni di prigione. Dice che è contento di essere sobrio e che non rimpiange di aver fatto la cosa giusta, perché finalmente ora si sente "libero". Dalle cartoline e dalle foto appese alla parete della sua cella, si evince quindi che è rimasto in contatto con Nicole ed è riuscito a riallacciare i rapporti con suo figlio, il quale gli fa visita in carcere.
Quindi, morale della favola, il Com.te non è stato condannato per l'incidente, riconosciuto da tutti il fatto che non solo era un ottimo pilota, ma nessuno avrebbe potuto fare meglio di lui. Nello stesso tempo pero' non si puo' scindere dalla sfera professionale un altro aspetto importante, che sta alla base di qualsiasi lavoro importante, ovvero la fiducia riposta a coloro che fanno questo mestiere. Alla fine del film il com.te ammettera' il suo errore piu' grande che ben poco c'entra sulla condotta del velivolo, ovvero 'aver tradito la fede pubblica'.






mercoledì, febbraio 20, 2013

Tracy Chapman - Talkin' Bout A Revolution

Quanto mi piace questa cantante, ed ora che le elezioni si avvicinano siamo tutti pieni di desideri di rivoluzioni che sappiamo bene mai avverarsi eppure... è tanto bello sognare. In fondo le rivoluzioni partono da noi stessi, dal basso, dal nostro minuscolo contributo, non basta certo una canzone a cambiare di molto le cose,  ma quando le belle parole sono suonate da una bella canzone ecco il risultato che ne esce:

Non lo sai, Stanno parlando di una Rivoluzione. Sembra un sussurro, Non lo sai, Stanno parlando di una Rivoluzione, Sembra un sussurro.
Mentre fanno la coda per il sussidio Piangendo alla porta degli eserciti della salvezza, sprecando tempo agli uffici di collocamento, Aspettando una promozione
La povera gente si ribellerà?
E si prenderà la sua parte?
La povera gente si ribellerà?
E si prenderà ciò che le appartiene?
Non lo sai faresti meglio a correre, correre, correre
Ho detto che dovresti Correre, correre, correre
Finalmente la situazione si capovolgerà Parlando di Rivoluzione

sabato, gennaio 12, 2013

Santoro vs Berlusconi

Cosa ci aspettavamo da questo duello? quello che è successo, ovvero un record di share... e se ci penso bene ho capito più di prima una cosa, cioè che a parlare e scrivere si fa sempre subito  ed è molto facile ma che poi, alla fine, si perdono di vista le cose concrete. Cosa poteva uscire da questo incontro? in fondo sono troppo furbi per fare in modo che ci sia un vincitore e un perdente, le regole della TV sono ben altre rispetto a quelle della verità e, soprattutto, nessuno è disposto a cascrificarsi. Si è dimostrato come sia facile diffamare (ved. Marco Travaglio) ma anche quanta abilita' ci sia a far spostare l'attenzione su altro eludendo i problemi veri, le responsabilità. Se loro due pareggiano significa che l'Italia continua a perdere. Si potevano fare tante domande ma alla fine si resta sul generico e si da sempre modo di scaricare colpe su altri. Ma quali erano i patti? Forse non toccare determinati argomenti? Alla fine cosa dobbiamo capire? che nessuno è pulito a questo mondo? ma tutta la vita è un compromesso... anche Santoro in fondo come comunista mal si concilia come uomo di spettacolo e TV quale è. Nessuno arriva ad un posto importante in maniera candida in un mondo che non lo è e noi possiamo indagare su mille cose in maniera maniacale perchè alla fine la domanda è "Ma perchè si candida ancora Berlusconi?", sono finite le persone capaci in Italia. Io ho l'impressione che piu' si tenta di controbattere pubblicamente Berlusconi (che io in passato ho votato e sostenuto) e piu' non si fa altro che renderlo ancora piu' pubblico e popolare; cosa che a lui serve, specialmente sotto campagna elettorale dove lui è molto abile. Possiamo parlare di qualsiasi cosa, anche della fiducia che puo' scaturire da una figura intelligente, simpatica e carismatica come Silvio Berlusconi, ma non è con quella che si governa un paese, quelle capacità servono ad ottenere solo voti. Avere la faccia tosta di continuare a comparire in tutte le tv, a fare 3000 interviste quando si è capito che non si parlerà mai dei problemi veri è talmente inutile quanto proficuo per un personaggio che ha bisogno di tanta popolarità. Una campagna elettorale non puo' sostituire quasi un decennio in cui si è avuta la  possibilità di compiere fatti concreti. Se le cose non sono cambiate finora come dovrebbero cambiare? Perchè dobbiamo dare ancora conto alle parole inserite in una orchestra ben diretta dove nessuna parola al caso, come un talk show in prima serata. Quante trasmissioni come quella di Santoro in questi anni hanno fatto soldi su Berlusconi? tante. Io credo che la verità è che tutti ci sentiamo presi in giro e sentiamo di non avere gli strumenti per reagire. Io non credo nelle grandi rivoluzioni se non in quelle personali e interiori, quindi basterà che ognuno di noi capisse che non è una singola persona a poter cambiare un Paese, ma tante piccole menti che hanno giudizio e capacità di far valere nel loro insieme il loro voto. A cominciare dai livelli locali. Credo che non bisognerebbe più porre l'attenzione su Berlusconi perchè i problemi non si risolvono più a combattere Berlusconi, e se lo si vuole combattere bisognerebbe farlo sparire prima dalla TV e poi dai giornali (cosa impossibile). Peccato che fa anche un pochino comodo ai suoi avversari.

lunedì, ottobre 08, 2012

Ritornando da Padre Michele Bianco

Erano passati più di 3 anni da quel famoso periodo dove prendevo la macchina e mi avviavo da solo, in un paesino sperduto della provincia di Avellino per incontrare Padre Michele Bianco (Torre Le Nocelle). Stavolta i motivi non erano cambiati tanto, cambiava la persona malata di tumore da far benedire e, come sempre, sono rimasto sbalordito anche stavolta dal suo carisma. Ancora una volta sono stato costretto ad avviarmi da solo perche' non sono riuscito a trovare compagnia di sabato pomeriggio. Arrivo con un po' di ritardo, ma sono fortunato e prendo il numero 17. Forse era da poco entrata la prima persona. Ciononostante  la mia attesa dura comunque 2 ore e mezza, anche se devo dire che quando non c'è folla il tempo passa tra un rosario e l'altro, anche in piacevole compagnia (c'è una carmelitana molto giovane che guida le preghiere). L'unica cosa che a volte rompe il silenzio è quando entrano persone con problemi spirituali in Chiesa che, a secondo del grado di possessione (a meno che non sono semplici isterismi come spesso accade) si dimenano in maniera più o meno convulsa, gettandosi a terra e gridando con una forza sovrumana. Sabato scorso mi è rimasta impressa la scena di questa persona che, una volta gettata a terra, sembrava quasi sputare contro il crocifisso o una statua lì vicino. Tra l'altro c'era un cane che era rimasto fortemente scosso e che mi ha dato l'impressione di non riprendersi più, quasi triste (chissà, magari anche gli animali conservano i loro misteri). Comunque, dopo aver fatto un salto nel negozietto di fronte per comprare qualche nuovo libro di Padre Michele, ritorno in Chiesa, tempo di altri 4 o 5 turni, che arriva il mio turno (verso sera tende anche a sbrigarsi). Porto semplicemente delle foto e mentre parlo mi tiene le mani in testa per molto tempo. L'impressione avuta è che non tende mai a dire più di quello che gli chiedi, questo significa che, secondo me, le cose bisogna domandarle in maniera molto diretta se c'è qualche dubbio che ti angoscia. Anche se il tempo è poco (se perde poco tempo significa che stai bene) le sue parole sono dense di significato e racchiudono tante cose da capire. Ad ogni modo, ho fatto benedire le foto di mia sorella col fidanzato col quale si sposa, di una mia amica che mi ha aiutato tanto e di  altre due persone. E poi ho mostrato la foto piu' importante dove ho speso tutte le mie domande,  si trattava di una persona malata. La presa e l'ha toccata, tipo con due dita, non so' che segno facesse, e gli ho detto che era malata di tumore e lui prontamente mi ha risposto dicendomi "Si, carcinoma mammario...", ed ho risposto quasi ridendo " e vabbè, che glielo dico a fare.." e lui sorridendo "figliolo caro, a me basta toccarlo per vederlo, lo vedo chiaramente...", mi ha rassicurato dicendomi che dopo l'operazione, se non è andato in metastasi senza arrivare al fegato e via dicendo, non sarebbe stata in pericolo di vita. Sapevo che lui fosse una grande persona di cultura, soprattutto a livello giuridico (plurilaureato e docente all'università di Bari), ma sembrava quasi che parlasse da medico con termini anche tecnici. In fondo il suo carisma è proprio quello di vedere le malattie come i tumori ecc.. Alla fine mi ha salutato dicendomi "figliolo caro, pregherò per te, [e poi si è ricordato di ogni singola persona che gli ho portato] e  soprattutto per la tua amica malata". Devo dire che, dato che in questo periodo la mia salute non è perfetta, quando mi ha detto " e pregherò anche per te.." è stato un qualcosa che mi ha riempito il cuore. Lascio il Santuario di San Ciriaco e ritorno a casa facendomi piu' di un'ora di macchina. Non capisco mai perchè mi ritrovo sempre da solo ad andare da persone così...